Partendo dal presupposto - banale ma mai scontato - che essere i più economici non per forza significhi essere i migliori, in questo articolo abbiamo condotto una simulazione per stabilire la correlazione tra rendimenti in borsa e costi delle commissioni di trading. Si può guadagnare in borsa, in misura maggiore/minore, a seconda del broker online utilizzato?
Prima di addentrarci nell’analisi, partiamo dal presupposto che in Italia non esiste un sistema universale per confrontare le commissioni di banche e broker nel trading online: alcuni di questi adottano un piano commissionale a tariffe variabili, altri un piano a tariffe fisse, altri ancora a tariffe degressive.
Vediamo di cosa si tratta.
Commissioni trading online: variabili, fisse e degressive
Le commissioni variabili sono calcolate in percentuale sul controvalore negoziato, quindi “variano” a seconda del capitale utilizzato per ogni singolo ordine; solitamente hanno un importo minimo (la commissione minima che il trader deve pagare anche se in percentuale sarebbe di meno) e un importo massimo (oltre il quale si paga comunque solo l’importo massimo). In pratica l’importo minimo è a favore del broker mentre l’importo massimo è a favore del trader.
Per esempio, con il profilo base di Fineco si paga lo 0,19% del capitale utilizzato in ogni ordine; questo significa che, se acquisto azioni italiane con 1.000 euro, pagherò lo 0,19% di 1.000 euro, cioè 1,9 euro.
Le commissioni fisse sono invece indicate da uno importo in euro indipendentemente dal controvalore del singolo ordine.
In questo caso, per acquistare azioni sul mercato italiano con eToro o Degiro si paga 1 euro per ogni ordine, indipendentemente dalla quantità di azioni comprate o dal capitale impiegato.
Sia le commissioni variabili sia le commissioni fisse possono essere poi “degressive”, cioè possono diminuire con il crescere del numero di eseguiti in un dato periodo di tempo (in un mese o in un trimestre).
Quindi, partendo da un piano di base, se in un mese o in un trimestre vengono soddisfatte specifiche condizioni (es. un determinato volume di commissioni generate) potrò negoziare con commissioni ridotte; solitamente i broker organizzano la degressività in cinque o sei livelli di convenienza crescente.
Alcuni broker offrono sia le commissioni fisse sia quelle variabili, con la possibilità (soggetta a condizioni) di spostarsi da una tipologia all’altra.
Ma quando convengono le commissioni variabili e quando quelle fisse?
Scegliere il tipo di commissione di trading
Per aiutarti a capire il meccanismo puoi utilizzare lo schema generico sotto riportato, in cui si ipotizza un broker che offre sia commissioni di trading fisse a 10 euro per eseguito sia commissioni variabili dello 0,2%. Quando conviene una o l’altra?
Dallo schema si vede chiaramente che al di sotto di un controvalore di 5.000 euro conviene la commissione variabile perché consente di pagare sempre meno di 10 euro.
Quando invece si supera il controvalore di 5.000 euro, conviene la commissione fissa, perché qualunque importo si negozi, si pagherà sempre 10 euro.
Quindi, la variabile da tenere presente è il controvalore.
Ma non è tutto: alcuni broker online suddividono la struttura commissionale in fasce di prezzo differenti, nelle quali il trader verrà assegnato a seconda delle commissioni generate nel mese (o trimestre) precedente a quello di riferimento.
Negli anni precedenti la tendenza diffusa era quella di vedere broker low-cost (discount broker) offrire servizi economici ma basilari, a tratti inadeguati e incompleti.
Al contrario i broker full-service offrivano servizi avanzati e completi ma a fronte di costi troppo alti per essere persino solo considerati dagli investitori medio-piccoli.
In tempi recenti questo trend ha cambiato rotta, delineando un nuovo scenario in cui la competizione tra i migliori broker online è aumentata sempre di più e le differenze nei servizi si sono andate pian piano assottigliando, grazie all’avvento della tecnologia di cui hanno usufruito sia i discount broker che le banche online.
Una differenza però è rimasta marcata tra le due categorie di broker: i diversi costi delle commissioni e dei servizi accessori per l’attività di trading online.
Prendiamo ad esempio il titolo Amazon (Nasdaq, ISIN: US0231351067), uno dei più negoziati negli ultimi anni.
Utilizzando il calcolatore delle commissioni di trading ideato sviluppato da QualeBroker, si nota che qualora vediamo come un investitore italiano volesse che vuole comprare e venderenegoziare tale questo titolo nell’arco di un mese, potrebbe spendere 1 o 2 euro di commissioni con un dei broker online come DEGIRO o Scalable Capital, potrebbe pagare 1€ o 2€ come costo delle commissioni per l’acquisto di azioni, oppure spendere tra 15€ e 30€ usando le banche online italiane come WeBank o Fineco.
Che impatto possono avere le commissioni di trading sui rendimenti nel lungo periodo?
Se queste differenze di prezzo possono essere trascurabili per chi effettua tali operazioni saltuariamente, si può dire lo stesso per chi fa trading con una frequenza più alta?
Abbiamo effettuato una simulazione su due tipi di investitori:
- Un Investitore Passivo: il quale effettua un numero limitato di operazioni durante l’anno, con obiettivi di investimento di medio-lungo termine
- Un Investitore Attivo: il quale fa trading con elevata frequenza e con fini speculativi
Per entrambi gli investitori abbiamo ipotizzato un capitale investito di 20.000€.
L’investitore passivo
Per calcolare i costi delle commissioni di trading online per questo tipo di investitore abbiamo ipotizzato che effettui nell’arco dell’anno 24 operazioni (2 al mese, cioè 1 operazione al mese di acquisto e 1 al mese di vendita), così distribuite:
- 10 operazioni su azioni italiane con un controvalore di 2.000€
- 10 operazioni su azioni americane con un controvalore di 1.000€ (5 azioni)
- 4 operazioni su ETF quotati su Borsa Italiana con un controvalore di 5.000€
Per gli Investitori Passivi abbiamo inoltre considerato i conti o i profili commissionali di base per la negoziazione sui mercati principali, escludendo quindi promozioni temporanee, profili premium, profili raggiungibili solo successivamente all’apertura del conto, selezione ristrette di strumenti a zero commissioni e strumenti, mercati o circuiti di negoziazione particolari o “esotici”.
I costi qui indicati non comprendono eventuali canoni periodici, costi di gestione o altri costi aggiuntivi o opzionali, ma soltanto la commissione di negoziazione.
Ecco quanto l’investitore passivo pagherebbe solo di commissioni di trading durante l’anno, con ognuno dei broker presi in considerazione:
Broker | Commissioni annue totali |
eToro | 20,00€ |
Scalable Capital | 23,76€ |
DEGIRO | 28,00€ |
Mexem | 32,00€ |
BG SAXO | 38,00€ |
Interactive Brokers | 70,00€ |
Freedom24 | 76,44€ |
Fideuram Direct | 88,00€ |
Fineco (Trading) | 105,50€ |
Directa (Semplice) | 160,00€ |
Directa (Variabile) | 166,00€ |
Widiba | 180,00€ |
Sella (Variabili) | 188,00€ |
Webank (Variabili) | 235,00€ |
Fineco (Standard) | 238,00€ |
Sella (Fisse) | 262,00€ |
Webank (Fisse) | 327,00€ |
In alcuni casi le commissioni di base sono volutamente disincentivanti, cioè sono un po’ care per spingere l’investitore a operare con maggior frequenza per approfittare di commissioni più favorevoli. I broker che offrono servizi di trading focalizzati su un’intensa operatività sono quindi più convenienti (cioè, incidono meno in percentuale sui guadagni) solo a fronte di un alto numero di eseguiti. Che significa avere necessariamente maggiore competenza, obiettivi di breve periodo (speculazione) e farsi carico di rischi maggiori.
L’investitore attivo
Abbiamo invece considerato per l’Investitore Attivo i profili commissionali che prevedono un numero maggiore di eseguiti e per questo prevedono differenti incentivi.
Abbiamo ipotizzato che l’investitore attivo effettui nell’arco dell’anno 480 operazioni (40 al mese), così distribuite (acquisto e vendita):
- 150 operazioni su azioni italiane con un controvalore di 5.000€
- 150 operazioni su azioni americane con un controvalore di 1.000€ (5 azioni)
- 150 operazioni su Xetra con un controvalore di 10.000€
- 30 operazioni su ETF quotati su Borsa Italiana con un controvalore di 5.000€
Rispetto all’Investitore Passivo, l’Attivo investe quindi molto anche sui mercati europei.
Il totale delle commissioni generate è il seguente:
Broker | Commissioni annue totali |
eToro | 450,00€ |
Scalable Capital | 926,70€ |
DEGIRO | 945,00€ |
BG SAXO | 960,00€ |
Mexem | 1.590,00€ |
Interactive Brokers | 1.800,00€ |
Freedom24 | 2.350,80€ |
Directa (Variabile) | 3.630,00€ |
Directa (Semplice) | 3.675,00€ |
Fineco (Trading) | 4.147,50€ |
Webank (Fisse) | 4.393,50€ |
Fideuram Direct | 4.680,00€ |
Widiba | 4.725,00€ |
Fineco (Standard) | 4.776,00€ |
Webank (Variabili) | 5.032,00€ |
Sella (Fisse) | 5.295,00€ |
Sella (Variabili) | 6.360,00€ |
Come si vede, la differenza tra il broker più economico (eToro) e quello più caro (Sella con il profilo variabile) è molto ampio, anche se sarebbe necessario considerare tutte le voci e i servizi compresi nei diversi servizi di trading offerti.
Tuttavia, sulla base dei risultati ottenuti considerando soltanto il costo degli eseguiti, vediamo che impatto hanno le commissioni sui rendimenti dei due tipi di investitori.
Impatto delle commissioni di trading sul rendimento annuo
Ricordandoci che il capitale di partenza era di 20.000€, ipotizziamo che l’investitore passivo abbia ottenuto nel corso dell’anno un rendimento positivo lordo dell’8% (cioè 1.600 euro), mentre l’investitore attivo del 20% (4.000 euro).
Quale sarà quindi il peso delle commissioni sopra indicate in percentuale sul ricavo annuale, a seconda dei broker utilizzati?
Ipotizziamo che l’investitore passivo abbia ottenuto nel corso dell’anno un rendimento positivo lordo dell’8%, mentre l’investitore attivo del 20%. Ricordandoci che il capitale di partenza era di €20.000, quale sarà il rendimento al netto delle commissioni, a seconda dei broker utilizzati?
Quanto paga l’Investitore Passivo
Broker | % sul ricavo |
eToro | 1,25% |
Scalable Capital | 1,49% |
DEGIRO | 1,75% |
Mexem | 2,00% |
BG SAXO | 2,38% |
Interactive Brokers | 4,38% |
Freedom24 | 4,78% |
Fideuram Direct | 5,50% |
Fineco (Trading) | 6,59% |
Directa (Semplice) | 10,00% |
Directa (Variabile) | 10,38% |
Widiba | 11,25% |
Sella (Variabili) | 11,75% |
Webank (Variabili) | 14,69% |
Fineco (Standard) | 14,88% |
Sella (Fisse) | 16,38% |
Webank (Fisse) | 20,44% |
L’impatto può essere minimo attorno al 2% con broker come eToro, Scalable e Degiro, e leggermente superiore per altri, ma può arrivare a oltre 20% per il profilo commissionale fisso di Webank.
Quanto paga l’Investitore Attivo
La situazione per l’Investitore Attivo è forse anche peggiore. Malgrado gli incentivi all’operatività, con i livelli di eseguiti indicati si passa subito a oltre il 20% di peso commissionale, per superare anche il 100% con alcuni tra i più noti intermediari italiani.
Il che significa anche che con questi livelli di attività è necessaria un’attenta strategia sia di money management sia di trading, perché è necessario aumentare il livello di rischio per puntare a rendimenti superiori, anche modificando e diversificando maggiormente strumenti e mercati.
Broker | % sul ricavo |
eToro | 11,25% |
Scalable Capital | 23,17% |
DEGIRO | 23,63% |
BG SAXO | 24,00% |
Mexem | 39,75% |
Interactive Brokers | 45,00% |
Freedom24 | 58,77% |
Directa (Variabile) | 90,75% |
Directa (Semplice) | 91,88% |
Fineco (Trading) | 103,69% |
Webank (Fisse) | 109,84% |
Fideuram Direct | 117,00% |
Widiba | 118,13% |
Fineco (Standard) | 119,40% |
Webank (Variabili) | 125,80% |
Sella (Fisse) | 132,38% |
Sella (Variabili) | 159,00% |
Che cosa possiamo imparare da questa simulazione
I casi considerati sono teorici, ma esemplificano bene quanto sia importante considerare le commissioni, come pure gli altri costi aggiuntivi (per esempio eventuali canoni di abbonamento alle piattaforme evolute o pacchetti di dati in tempo reale aggiuntivi) e, non ultimo, il carico fiscale.
Se per chi fa trading sporadicamente e/o con importi unitari elevati, le commissioni di trading possono avere un impatto basso, al contrario per chi esegue tanti eseguiti all’anno e con capitali ridotti, le commissioni possono avere un impatto determinante: pagare troppo di commissioni rischia di tramutare un anno di investimenti positivi in un anno in perdita.
È quindi fondamentale per ogni investitore valutare attentamente quale broker scegliere, studiare i piani commissionali di ognuno, le opinioni e le esperienze degli altri trader, perché effettuando la scelta giusta si possono risparmiare centinaia – se non migliaia - di euro l’anno.
Scegli quindi con massima attenzione il broker e utilizza gli strumenti messi a disposizione da QualeBroker per operare con il migliore intermediariola migliore piattaforma di trading e avere maggiori chance di guadagnare in borsa.