Cardano – La blockchain senza dApp

21 Settembre 2021

Pro:

Protocollo di consenso grazie alla PoS.
Delega di consenso.
Impatto ambientale ridotto.

Contro:

Assenza di un sistema di smart contract operativo.
Assenza di dApp.
Assenza di un marketplace decentralizzato per scambiare NFT.

Un’abitudine quotidiana degli utenti crypto è senz’altro quella di consultare la classifica per capitalizzazione di mercato delle criptovalute.
In questa classifica domina da sempre il Bitcoin (BTC) ma, a seguire, notiamo sempre cambiamenti: nell’ultimo periodo in molti avremo notato il balzo nella top 5 di Cardano (ADA)

In questa guida analizzeremo e daremo informazioni riguardo proprio questa crypto, riportando tutte le informazioni utili e dettagliate in merito a questo progetto.
Nella parte finale dedicherò qualche riga per spiegare perché questo progetto attualmente è sopravvalutato, soprattutto se paragoniamo la tecnologia attuale con il prezzo a cui viene scambiato al giorno d’oggi questo asset.

Storia

Il progetto Cardano è iniziato alcuni anni fa, nel 2015, con lo scopo di essere sviluppato da un team internazionale di accademici ed ingegneri per portare avanti un progetto crypto e blockchain di “terza generazione” per quanto riguardo lato smart contract e renderla la blockchain di riferimento rispetto a quelle passate come Bitcoin (prima generazione) ed Ethereum (seconda generazione).

Successivamente, nel 2017, la mainnet fu lanciata sotto il nome Byron, prima fase di un lungo processo che è ancora in atto e che prevede ben 5 fasi totali, Shelley, Goguen, Basho e Voltaire
Ognuna delle 5 fasi apporta diversi cambiamenti ed aggiunge funzionalità che prima non erano disponibili o che attualmente non sono tuttora disponibili.

Infatti l’idea di Cardano è quella di creare una blockchain più efficiente sia di Bitcoin che di Ethereum, in quanto dovrebbe processare migliaia di transazioni ma con un costo più basso ed una velocità maggiore rispetto a quella di Ethereum, cosa che a livello tecnico porta un vantaggio non indifferente visto la congestione delle precedenti blockchain.

Ricordiamo che uno dei maggiori esponenti di questo progetto è Charles Hoskinson che ha partecipato alla creazione di un’altra blockchain che è quella di Ethereum, quindi una persona con un background importante nel mondo crypto, riuscendo in maniera metodica a continuare questo progetto per così tanto tempo.

Crypto o token?

Anche se ci troviamo in presenza di una blockchain a sé, ci troviamo di fronte ad un token a tutti gli effetti, che prende il nome di ADA.
Questi token sono stati generati in maniera diretta per un totale di 45 miliardi: in parte destinati al team di sviluppo ed il resto sul mercato, questi ultimi per un totale di oltre 30 miliardi di ADA liquidi e circolanti.

Quindi non troviamo un sistema in cui vengono rilasciati o creati questi token dalla blockchain: per questo motivo non possiamo annoverare ADA tra le crypto ma dobbiamo posizionarla tra i token, mentre invece in altre blockchain troviamo un sistema di rilascio, chiamata inflazione, delle relative crypto come può essere Ethereum od EOS ad esempio.

Tra l’altro, per il momento non troviamo nemmeno dei progetti che hanno peggato in maniera artificiale questo token su altre blockchain, come ad esempio possiamo trovare i Bitcoin (BTC) sulla blockchain di Ethereum o su quella di EOS, facilitando anche lo scambio degli stessi token e l’interoperabilità, cosa che qui ancora non c’è e non detto che avverrà in futuro.

Blockchain di riferimento

Il sistema scelto da Cardano e quindi il protocollo di consenso che governa questa blockchain si configura come Proof of Stake (PoS) e prende il nome di Ouroboros.
Come nel classico sistema PoS bisogna mettere in stake i propri token ADA e diventare un validatore della rete, ottenendo anche dei premi in ADA per questo tipo di processo.

In questo modo, infatti, se un “nodo” blocca una parte importante di ADA, allora non avrà interesse a danneggiare la rete in quanto poi, in caso di problemi od inoperatività dello stesso, gli verranno sottratti gli ADA e quindi perderà parte del proprio investimento, che tradizionalmente è una pratica che viene detta di slashing.

Non dimentichiamo che il sistema si è evoluto con le pool di staking e quindi gli utenti che hanno a disposizione ADA possono partecipare delegando i propri token in queste pool e ricevere parte dei proventi/premi che le pool ottengono grazie al loro operato.
Di solito poi il premio viene ripartito in percentuale tra la pool (per coprire i costi) e gli utenti (per ricompensarli della “fiducia”).

Qui è nata un’accesa discussione se definire questa blockchain PoS oppure DPoS (Delegated Proof of Stake) in quanto se l’utente delega di fatto i suoi token, allora in quel caso è più corretto parlare di DPoS piuttosto che di PoS pura, tra l’altro sistema che poi viene adottato di base dalla blockchain di EOS, dimostrando come questo tipo di sistema sia più affidabile di altri tipi di protocolli di consenso come la PoW.

Dove comprare ADA?

Considerando che siamo in presenza di un token con diversi anni alle spalle, vediamo come lo stesso sia possibile recuperarlo su quasi tutte le piattaforme exchange centralizzate come ad esempio eToro, Binance, Kraken, Coinbase Pro, Bitfinex e via dicendo.

Purtroppo non ci sono piattaforme decentralizzate che ci possano fornire questo token in maniera autonoma e con qualche coppia del tipo ADA/USDT sfruttando la stablecoin Tether, che di solito è presente in quasi tutte le blockchain, perché su questa blockchain non si è sviluppata la cosiddetta finanza decentralizzata (DeFi).

Questo è anche un limite perché bisogna passare necessariamente da un fornitore ed exchange centralizzato con tutto quello che comporta, ricordando di prestare attenzione a non lasciare troppi fondi sugli stessi per via di eventuali problemi con le stesse, visto che in caso di furti o chiusura potremmo perdere tutti i nostri fondi.

Vantaggi

Se parliamo dei vantaggi riguardanti questo progetto, possiamo vedere che uno evidente sulle altre blockchain come quella di bitcoin o Ethereum è sicuramente il suo protocollo di consenso che permette di avere una blockchain veloce, grazie alla Proof of Stake (PoS), sistema che in futuro sarà adottato anche dalla blockchain di Ethereum.

Interessante anche la parte di delega dei token che permette agli utenti di partecipare attivamente al protocollo e ricevere in cambio anche parte dei proventi delle pool, e quindi forniscono da incentivo alla partecipazione degli stessi, cosa che invece su altre blockchain non sempre avviene, pensiamo ad esempio al mining che non tutti fanno, lasciando che la potenza si concentrasse nel tempo a poche mining pool.

Anche dal punto di vista ambientale ed energetico non è dispendioso come una blockchain che utilizza il protocollo di consenso Proof of Work (PoW), come nel caso di bitcoin che a parità di potenza consuma di più e fornisce meno transazioni e meno velocità, perché come ricordato più volte siamo in presenza di una blockchain che sfrutta la PoS e servono i token più che la potenza di calcolo.

Svantaggi

Per quanto possa essere un progetto interessante e con diverse idee sulla carta, bisogna confrontarsi con la realtà ed anche con altri progetti simili che offrono già soluzioni che il progetto Cardano si propone di fare in futuro.

Infatti a livello operativo non c’è molto da utilizzare, cosa che non la rende attraente sia per l’utente semplice e sia per sviluppatori visto che non possono integrare eventuali soluzioni con altri progetti.

Non abbiamo un sistema di smart contract operativo e completamente funzionante, e da ciò ne deriva che non solo non troviamo token legati ad eventuali progetti, visto che per creare un token serve uno smart contract, ma nemmeno altre cose interessanti, solo nell’ultimo periodo si sta muovendo qualcosa per quanto riguarda il settore degli NFT.

Non parliamo nemmeno di dApp (Applicazioni Decentralizzate) in quanto non ne troviamo alcuna anche se in futuro potrebbero apparire e delle più diverse (bisogna vedere se eventuali progetti saranno interessati a sviluppare qualcosa su questa blockchain), limitando di molto anche la composability di eventuali progetti utile soprattutto per la finanza decentralizzata (DeFi).

Il problema è che anche se questa blockchain riuscirà a completare tutte le fasi nei prossimi anni, nello stesso arco di tempo tutte le altre blockchain, che sono dei veri e propri competitor, si aggiorneranno e miglioreranno il loro protocollo giorno per giorno, possiamo guardare all’aggiornamento di Ethereum 2.0, a quanto fatto dalla blockchain di EOS ed addirittura su Bitcoin con il sistema di firme nuovo.

Non a caso, nella classifica ufficiale CCID redatta dal dipartimento China Electronics Information Industry Development Research Institute, dello scorso mese, troviamo Cardano (ADA) in terz’ultima posizione dimostrazione di come non serve fare promesse, ma fatti concreti ed una tecnologia operativa ed efficiente, non a caso EOS domina la classifica da sempre:

Conclusioni

Siamo alla fine di questo mini approfondimento su questo progetto e sul relativo token ADA, ed abbiamo affrontato l’aspetto storico ed anche quello tecnico relativo a questa blockchain il cui avanzamento va molto a rilento e prosegue da diversi anni e continuerà per altrettanti anni, portando, si spera, qualche applicazione decentralizzata degna di nota.

Sulla carta ci sono idee interessanti e che prima o poi verranno realizzate, ma per il momento non lascia spazio a molte cose da fare, anche se troviamo già alcuni timidi tentativi riguardo il settore degli NFT, ma siamo ancora indietro su tutto il resto visto che manca anche un eventuale marketplace decentralizzato per scambiare questi NFT.

Per il momento Cardano sta vendendo un’idea che sembra incredibile, ma se vediamo tutto il panorama che c’è intorno, scopriamo che tutte quelle idee sono già realtà e diversi progetti stanno già sviluppando ed hanno sviluppato tutto un ecosistema che crescerà nel tempo, cosa che Cardano impiegherà anni per sviluppare.

Per quanto mi riguarda stiamo assistendo all’evoluzione di una blockchain che ha del potenziale solo sulla carta, perché come detto ed illustrato dai vari dati, ci sono già soluzioni che fanno la stessa cosa o che addirittura la fanno meglio, se guardiamo a livello tecnico per numero di transazioni e sistema di pool con delega, EOS fa la stessa cosa da 3 anni ormai.

Questo significa che quando e se Cardano raggiungerà i livelli attuali delle blockchain più performanti, le stesse avranno fatto dei passi da gigante e non rimarranno di certo a guardare, soprattutto in previsione di un Ethereum 2.0 sempre più vicino, ma chissà quando, stravolgendo di fatto il settore crypto e blockchain lasciando indietro chi ancora non sarà pronto per affrontare il cambiamento.

Infine se analizziamo e confrontiamo la tecnologia attuale e quello che offre oggi rispetto al prezzo a cui viene scambiato, possiamo facilmente comprendere che si tratta di un progetto sopravvalutato e che ne risentirà fortissimo in futuro, perché se da una parte il prezzo potrebbe aumentare per via delle news, dall’altro i vari holder inizieranno a vendere facendo crollare inesorabilmente il prezzo e portandolo ad un livello in line rispetto alla tecnologia sottostante.

Disclaimer: Gli investimenti in criptovalute sono altamente volatili e non regolamentati. Non è previsto alcuno strumento di tutela degli investitori ai sensi delle leggi UE. Il tuo capitale è a rischio.

Autore dell'articolo:

Alfredo de Cristofaro
Founder
Laureato in Economia e Finanza, dopo aver lavorato a lungo presso uno dei principali broker finanziari in Europa, ha deciso di mettere a disposizione degli investitori le conoscenze maturate nel corso degli anni. Su QualeBroker.com si occupa di recensire i broker, assicurandosi che vengano garantiti i più alti standard di sicurezza e trasparenza.
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