Si. E questo è il miglior modo per farlo

Dopo un crollo del 70% rispetto ai massimi di quest’anno, la domanda che la maggior parte degli investitori si sta facendo è: conviene investire nel petrolio adesso? Non preoccuparti, se anche tu ti sei posto questa domanda, oggi scoprirai perché questo è un buon momento per investire nel petrolio e, soprattutto, scoprirai come investire nel petrolio nella maniera corretta (Nonostante quello che molti provano a farti credere per farti aprire un conto trading e incassare le loro commissioni, non basta comprare un semplice CFD sul petrolio e aspettare che il prezzo salga!).
Ecco di cosa parleremo in quest’analisi:
A cosa è dovuto il crollo del petrolio?
Come probabilmente già saprai, il prezzo di ogni materia prima deriva da due fattori principali: la domanda e l’offerta. Quello che rende particolare questo momento storico, è che si è verificato uno shock su entrambi i fronti.
Dal lato della domanda, la pandemia ha fatto sì che la maggior parte dei paesi del mondo fossero messi in lockdown e, con la gran parte della popolazione in quarantena, la domanda di petrolio è crollata drasticamente. Le fabbriche sono state chiuse, tutti i viaggi sospesi, le persone adesso lavorano in smart-working e la maggior parte di noi non può prendere un mezzo di trasporto se non per motivi di lavoro o di urgenza.
Dal lato dell’offerta, la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita ha fatto aumentare la produzione di petrolio e, come potrai immaginare, all’aumento dell’offerta è conseguito un crollo dei prezzi.
Perché questo è un buon momento per investire nel petrolio?
Come puoi osservare nel grafico sottostante, il crollo del prezzo del petrolio ha portato giù con sé tutto il settore energetico e, in particolare, quello petrolifero. Mentre lo S&P500 (che è l’indice delle 500 più grandi aziende degli Stati Uniti) è giù sceso del 10% nel 2020, il settore energetico è crollato del 43% e quello petrolifero più del 50%.
Forse ti sarà capitato di imbatterti nella famosa frase di Warren Buffett: “Bisogna essere avidi quando tutti gli altri hanno paura e avere paura quando tutti gli altri sono avidi.” Questa è una di quelle situazioni in cui bisogna comprare mentre tutti gli altri hanno paura. L’importante è sapere cosa comprare e perché.
Nonostante la comprensibile paura dovuta alla pandemia e ai lockdown, bisogna ricordare che le pandemie sono un problema di breve periodo per il semplice fatto che alla fine viene sempre trovata una cura e tutti possono tornare alla vita di prima.
Per quanto riguarda invece il lato dell’offerta, per la maggior parte delle aziende petrolifere non è sostenibile produrre e vendere il petrolio a $20/barile. Per questo motivo, in tali occasioni vengono generalmente stabiliti dei tagli alla produzione del petrolio da parte dell’OPEC (l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio). E così è stato anche questa volta. La scorsa settimana, ha avuto fine la guerra dei prezzi tra le due nazioni, che hanno siglato un accordo per ridurre la produzione della materia prima.
Ragion per cui, una volta che la pandemia sarà passata e la domanda di petrolio tornerà a salire, il prezzo crescerà di conseguenza. Quello che bisogna chiedersi come investitori è: qual è il miglior modo per investire nel petrolio? Qual è il miglior modo per sfruttare questa crisi per ottenere degli ottimi rendimenti e battere il mercato?
Al contrario di quanto molti ti proporranno online, investire sul petrolio tramite un CFD è forse il modo migliore per perdere denaro. Questo perché, a causa delle attuali condizioni macroeconomiche (domanda di petrolio quasi nulla), il mercato ha amplificato il contango sulla curva dei futures del petrolio. In altri termini, questo provoca dei costi fin troppo elevati per mantenere aperta una posizione d’acquisto sul CFD.
Il miglior modo per investire nel petrolio: le compagnie Midstream
L’industria del petrolio e del gas naturale è divisa principalmente in tre categorie:
- UPSTREAM: In questa categoria rientrano tutte le aziende che si occupano dell’esplorazione e della produzione della materia prima.
- MIDSTREAM: In questa categoria rientrano tutte le aziende che si occupano del trasporto e dello stoccaggio del petrolio.
- DOWNSTREAM: In questa categoria rientrano tutte le aziende che si occupano della raffinazione del petrolio allo scopo di ottenere i prodotti derivati destinati alla distribuzione e alla vendita.
Mentre il profitto delle compagnie che rientrano nel settore dell’upstream e del downstream è strettamente correlato al prezzo del petrolio, quello delle compagnie midstream non lo è. La maggior parte delle entrate di quest’ultime derivano da contratti di lungo periodo a commissioni fisse per il trasporto della materia prima e, pertanto, non dipendono dall’andamento del prezzo del petrolio.
In quest’articolo analizzeremo una compagnia in particolare: Enterprise Products Partners (NYSE: EPD).
EPD: L’azione da comprare per approfittare della crisi del petrolio
EPD è una compagnia midstream che possiede 50.000 miglia di gasdotti per il trasporto di gas naturale, petrolio e prodotti raffinati, numerosi stabilimenti con una capacità di stoccaggio totale pari a 260 milioni di barili e diversi impianti per la lavorazione e l’esportazione della materia prima. Questo rende l’azienda una delle più grandi compagnie midstream del Nord America. In quest’analisi scoprirai perché è la migliore azienda in cui investire per approfittare della crisi del petrolio.
Fonte: Presentazione per la conferenza degli investitori
Innanzitutto, come puoi osservare nell’immagine sottostante, il 91% delle entrate nel ramo petrolifero derivano da contratti a commissione fissa, per cui non sono influenzati dalle oscillazioni del prezzo del petrolio. Inoltre, quasi la totalità delle entrate deriva da contratti di lungo periodo, per cui non vi è alcun rischio che i suoi clienti possano interrompere il pagamento da un momento all’altro.
Fonte: Presentazione per la conferenza degli investitori
Nell’immagine sottostante ho inserito il prezzo dell’azione (in blu), quello del petrolio (in verde), l’utile netto dell’azienda (in arancione) e il dividendo (in rosso). Come puoi osservare tu stesso, nonostante il prezzo dell’azienda sia strettamente correlato al prezzo del petrolio, i suoi fondamentali non lo sono affatto. Un esempio è costituito da quanto si è verificato nel 2016: nonostante il prezzo del petrolio sia crollato intorno ai $25 dollari al barile, l’utile netto dell’azienda e il suo dividendo continuavano a crescere, nonostante anche il prezzo dell’azione crollasse. Queste inefficienze di mercato fanno sì che delle ottime aziende come EPD si ritrovino ad avere un dividendo sicuro al 100% e con un rendimento superiore al 10% dal solo dividendo.
Giustamente potresti chiederti: ma non potrebbe accadere che i clienti dell’azienda vadano in bancarotta e non riescano a pagare nonostante le commissioni siano fisse? Certo, questa è un’ottima domanda. Tuttavia, come puoi osservare nell’immagine sottostante, i 200 maggiori clienti della compagnia, che costituiscono il 96% delle entrate, sono delle aziende con un rating IG (Investment grade) oppure sono garantite da una lettera di credito (il che significa che, nell’eventualità in cui il compratore non riuscisse a pagare, la banca che garantisce per lui si farà carico del pagamento).
Fonte: Presentazione per la conferenza degli investitori
Nonostante il dividend yield di EPD sia uno dei più alti del settore (attualmente 11%), la gestione dell’azienda è molto più conservativa rispetto ai competitors e questo rende la compagnia più solida e sicura dal punto di vista finanziario rispetto alle altre aziende gestite in modo più aggressivo.
Fonte: Grafico in base ai dati forniti da S&P Global Market Intelligence
Negli ultimi 20 anni il dividendo dell’azienda è cresciuto ad un CAGR del 7.1% annuo e inoltre, con ben 22 anni di aumenti del dividendo, la compagnia è ad un passo dal diventare una “dividend aristocrat” (ossia un’azienda che ha aumentato il proprio dividendo per 25 anni consecutivi) e di certo non vorrà fermarsi proprio adesso. Infatti, proprio nell’ultimo aggiornamento agli investitori la compagnia ha tenuto a ribadire che si trova in un’ottima posizione finanziaria, con molta liquidità e che non avrà nessuna difficoltà a pagare il dividendo. Non a caso gli analisti di morningstar definiscono EPD come un “maestro di scacchi” in un settore in cui tutti gli altri stanno giocando a dama.
Fonte: Grafico in base ai dati forniti da S&P Global Market Intelligence
Non è un caso che, negli ultimi 3 mesi, gli insiders abbiano acquistato 1.573.604 azioni della compagnia per un valore totale di circa 26 milioni di dollari. Vale la pena notare che il CEO dell’azienda detiene 2 milioni di azioni per un valore totale di circa 32 milioni di dollari, da cui percepisce un dividendo di 3,6 milioni di dollari l’anno. Considerando che il suo stipendio ammonta a 800 mila dollari, questo significa che l’80% delle sue entrate annuali provengono dai dividendi dell’azienda. Possiamo sicuramente concludere che non è affatto preoccupato in merito al futuro dell’azienda e, essendo un veterano con 40 anni di esperienza nel settore, questo sicuramente ci fa capire che i problemi di breve periodo dovuti all’attuale crisi, non devono influire sul nostro giudizio di lungo periodo dell’azienda e che questa piuttosto è un’ottima opportunità per accumulare delle azioni in una delle migliori compagnie d’America.
Fonte: OpenInsider
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